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Archive for febbraio 2012

Non ho parole

«Prima guardiamo gli atti, devo vedere com’è articolata l’imputazione e quali sono gli indizi di colpevolezza devo verificare in che forma è articolata, è facile dire tentato omicidio: si può dare uno schiaffo a una persona che cade e batte la testa ed essere indagati per tentato omicidio»

Queste sono le parole dell’avvocato Alberico Villani, difensore di Francesco Tuccia, il militare indagato per lo stupro della studentessa 20enne.
Stupro perpetrato con una tale ferocia da aver lasciato ferite intime probabilmente invalidanti.
In seguito l’ha lasciata nuda sulla neve.
Sanguinante.
Agonizzante.

Io mi chiedo con che coraggio subumano una persona, prima che un professionista, si azzardi ad usare la metafora del “ceffone con conseguenze accidentali” provando a paragonarlo all’infilare un “palo” nella vagina di una donna e lasciarla nuda, sanguinante e moribonda nella neve.

E tornando indietro con la memoria di qualche giorno vorrei invece chiedere pubblicamente alla polizia che ha indagato sul caso quale parte dei 40 PUNTI AGLI ORGANI GENITALI gli fa supporre che il rapporto consumato fuori dalla discoteca fosse consensuale.
Vorrei anche chiedere loro se aver accettato di fare sesso occasionale, comporti che io mi sia “meritata” la violenza fisica che mi ha portata in ospedale o se sia in qualche parte corresponsabile.
Casomai fateci sapere in che percentuale dobbiamo considerarla colpevole della tortura a cui è stata sottoposta.

Indagare nella direzione della consensualità è EVIDENTE che abbia il SOLO scopo di distribuire parte delle responsabilità dell’accaduto sulla vittima incauta.
Perchè non andate direttamente in ospedale a dirle “beh ciccia te la sei cercata”?

Io mi chiedo quante volte una donna debba sopportare di essere stuprata.
Il militare trovato con il suo DNA sui vestiti.
La polizia che a caldo indaga sulla consensualità.
L’avvocato della controparte che tenta di buttarla sull’accidentale.

Io mi sento stuprata come cittadino italiano e come donna.
Mi vergogno di avere la stessa nazionalità di queste persone.
Mi vergogno che nel mio paese una donna traumatizzata possa leggere su un giornale le parole dell’ Avv Villani.

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La retorica dell’insulto

QUESTO POST CONTIENE UN LINGUAGGIO SCURRILE E FORTE ED E’ TENDENZIALMENTE SARCASTICO.

“ Quando dici frocio a uno è come se di punto in bianco, tutto quello che lui ti ha detto prima non contasse più nulla e passassi automaticamente dalla parte del torto.. come se tutte le offese fatte a te non contassero nulla. A me sembra assurdo: è chiaro che io ti rispondo dove so di farti male, come del resto hai fatto tu per primo”.

Sì, anche io lo trovo assurdo. E pure un po’ patetico.
Abbiamo le categorie protette.

Un giorno qualcuno mi spiegherà perché “frocio”, “negro”, “ciccione”, “fallito” e molti altri insulti non contino allo stesso modo.
A quanto pare “fallito” non è un insulto che svilisce la persona sia a livello umano che (oltretutto) professionale: bisogna aspettare uno sterminio dei “ciccioni” e dei “falliti” perché assurgano all’intoccabilità.
Chissà cosa deve accadere perché “troia” subisca la stessa sorte.

Eh sì.. un giorno qualcuno mi spiegherà perché a uno che mi chiama “ brutto cesso” io non posso rispondere “sporco ricchione”.
Mi pare che si equivalgano perfettamente: lui insulta ciò che sono, io insulto ciò che è.
Uno a uno palla al centro.

E invece no.

E’ stato deciso che ci sono parole che non si possono dire.. non importa se ci siano altrettante persone nel mondo che muoiono (o sono morte) di obesità (infarto, suicidio e malattie connesse) quanto per l’omoseualità..no!! “ricchione” è un’offesa indicibile, “ciccione” invece si può sopportare.
Eccerto perchè essere ciccione è una colpa.
Pure essere fallito presumo sia una scelta.
Pazzesco!

Se dici in strada “quel negro di merda” ti arrivano occhiatacce da tutti e non escludo che qualcuno (giustamente) ti meni. ma se ti sentono dire “quella troia di merda” passi inosservato:
Eccerto.. ti ha solo dato della troia infondo!

Chiariamoci bene: NESSUNO (io per prima) dice che offendere sia bello o lecito o educato o elegante e tutto quello che volete.. ma se una persona mi urla un’offesa.. esigo di avere il DIRITTO, se ne ho voglia, di offenderla a mia volta e mi sento autorizzata a colpire dove il dente duole. Lui mi urla “troia”? io gli urlo “frocio” e vorrei che in sede di giudizio fossero insulti equivalenti.. NON SOLO! Vorrei che il mio insulto fosse considerato SEMI-LEGITTIMA OFFESA.
Cioè : quando uno ti insulta deve mettere in conto di aver rinunciato senza appello al Fair Play.

Ma come sono finita a parlare di questo??
La discussione è nata dall’episodio accaduto a Malgioglio a L’isola dei famosi.
Apicella vede un video in cui il suddetto dice (circa) “ma chi lo conosce questo, non mi paragonate a sto signore, io e lui non abbiamo nulla a che fare” e Apicella risponde “eccerto: tu sei ricchione e io no..”.

E giù tutti a stigmatizzare Apicella in trasmissione.. E lo trovo sacrosanto PERO’ vorrei sapere perché nessuno ha stigmatizzato lo “SCHIFO umano e professionale” che ha manifestato Malgioglio PRIMA di ricevere l’insulto con il suo prendere le distanze da una persona che, per sua stessa ammissione, lui non conosceva nemmeno.
Questo si chiama RAZZISMO e CLASSISMO.

Per quale motivo “ricchione” è peggio che dire(o sott’intendere chiaramente) “tu non sei nessuno io invece ho lavorato con Mina e non ti permettere di paragonarti a me”?

Io vorrei sapere perché una persona PRIMA insulta e poi pone limiti alla reazione.
E vorrei sapere perché molti le danno pure ragione.
Cioè prima dici su Rai due che io “non sono e non valgo un cazzo”.. svilendomi come persona e come professionista.. poi però io devo stare attento alla tua sensibilità e non andarti a colpire dove so che ti faccio male, cioè nella tua sessualità o razza o religione, o stato fisico?

Scusa ma perché prima di aprire bocca E OFFENDERMI non hai pensato?
Perché no ti sei ricordato di quanto sei sensibile e vulnerabile?
Perché me ne devo ricordare io quando a te non è fregato NULLA di pensare alla mia di sensibilità prima di umiliarla pubblicamente?

Questo è il punto.
Non puoi insultare per primo e poi aspettarti che l’altro rispetti regole che tu hai infranto.
Le hai infrante? Bene e allora beccati le conseguenze.. perché te le sei cercate..

E’ un po’ come quando inizi una guerra: tu la inizi in un modo, l’altro potrebbe continuarla con armi che tu non avevi calcolato. Non puoi iniziarla e non mettere in conto l’atomica.

Tu mi dai della nullità colpendomi nella mia dignità e io ti colpisco nella tua.
Potevo non abbassarmi al tuo livello, questo è evidente, è una scelta.. e allora faremo una disamina della deriva verso il basso dell’insulto nei tempo moderni.. ma non è questo il punto della questione.

Il punto è che si deve giudicare con maggiore gravità l’azione che la reazione perché la reazione è stata indotta ed è solo PARZIALMENTE frutto di una scelta mentre l’azione invece è una scelta al 100%.

Il delinquente non sono io che ti sparo, sei tu che si entrato in casa per rubare.
Chi è maggiormente in torto non sono io che ti rispondo con “frocio”, sei tu che mi hai prima dato del “fallito”.

A volte è l’ordine degli eventi non è solo importante è determinante.
E’ il discriminante tra un gesto ignobile e un gesto spregevole ma comprensibile.

Non si offende e questo è assodato.. ma se ci tieni tanto almeno sta zitto e incassa quello che ricevi e la prossima volta conta fino a 100.
Questo è il punto

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