Gironzolando qui e là tra i blog, mi sono imbattuta in quello di un mio amico; a parte una colonia di condizionali mancati che mi auguro corregga, non ho potuto non fare alcune riflessioni in merito al testo letto e di cui vi riporto uno stralcio:
“Arrivi a casa sfatto (..) Lei ti ha preparato la cena che ti rincuora, ti ricarica, un pò come le chiacchiere che la accompagnano. Ora aneli solo il divano, mentre lei finisce le ultime cose in cucina. Poi, davanti a Striscia la notizia (..) ti accorgi che si attarda: deve far finire la lavatrice, stendere e far partire la lavastoviglie. La cosa si protrae, e quasi ti irriti: ci mette sempre un casino di tempo e va a finire che arriva a film già iniziato. Finalmente arriva, snervata anche lei dalla giornata di m… Dieci minuti, crolla dal sonno.
Azz! E’ proprio di compagnia!
Caspita! Se è un’occasione ogni tanto, ci può anche stare, ma se si tratta della regola fatti qualche domanda.
Ma sulla prima parte, mica sul finale!!!
Dall’esempio, salta subito all’occhio una disparità di trattamento che ci ha affidato il destino.“
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Seguono riflessioni sui vantaggi di una sana collaborazione, quali riduzione della stanchezza e nervosismo di lei e la possibilità di guadagnare del tempo extra per rilassarsi assieme e godere dell’intimità.
Ebbene, dopo una prima incazzatura sulla scia del “ma va sto stronzo! Non solo quella dopo 8 ore di lavoro, fa la sguattera senza lamentarsi consentendo così a lui di non fare un cazzo sul divano, ma si permette pure di avere delle lamentele!”, ho riflettuto sul fatto che io non avrei mai consentito una situazione simile nel mio menage di coppia: perché lei sì?
Personalmente non ho mai avuto relazioni con lo stereotipo dell’ UIM (uomo italiano medio) “piatto in tavola-playstation-calcetto”, ma pare ce ne siano tanti in giro, certo è che se un uomo può permettersi di fare lo scocciato, spaparanzato bellamente sul divano mentre, la compagna sgobba, qualcuno glie lo consente : ecco che allora è proprio lei a mancare profondamente di rispetto verso se stessa!
Quale imbecille si ribellerebbe a una colf gratuita, sforna-figli, che glie la da? Io stessa me ne starei in panciolle… è già abbastanza facile far tacere il proprio senso di colpa, figurarsi non c’è chi ce lo risvegli!
E allora sì a una strigliata all’egoismo di Lui ma anche una bella sveglia all’ amor-proprio di Lei!
Non sono una femminista e sono convinta che uomini e donne siano diversi per abilità, finalità e temperamento ma, un conto è sapere questo, un conto invece è accettare un doppio ( con i figli triplo) carico di lavoro destinato solo alla donna “per natura”.
A volte mi chiedo se sia proprio una reale abnegazione femminile o la banale paura di rimanere sole, a spingere molte donne ad assecondare il proprio uomo oltre il giusto.
Non ricordo chi, tempo fa, mi fece notare come non solo molte madri vizino oltremodo i figli, i quali finiscono con l’essere soggetti da rieducare alla collaborazione di coppia, ma vedono anche di cattivo occhio la compagna che si azzardi a insegnare ai loro poveri figlioli quei mestieri che, con sacrifici oltre ogni buon senso, si erano tanto affannate a non far imparar loro.
Ho sempre detestato la totale incapacità delle donne di far squadra, un uomo darebbe una pacca sulla spalla della nuora dicendo “l’ hai messo sotto eh? Brava!” una donna no “quella non fa niente in casa, fa tutto lui” anche se ha giusto steso (male) i panni.
Il mio ragazzo ad esempio, è stato educato far tutto, persino stirare e anzi mi arrabbio perché lava il piatto ancora con il boccone in bocca mentre io, ho bisogno dei 20 minuti accademici di pre-digestione a fine pasto e finisce che sparecchia e lava i piatti sempre lui, prendendomi in giro.
Nella mia coppia, probabilmente sono io quella da rieducare ai lavori domestici ma la mia è un’allergia personale non correlata alla mia categoria, cioè IO SUPERCICCIA non amo fare le faccende domestiche non in qualità di donna ma di Superciccia e sapendo di questa mia ehm… falla… mi do da fare in altro modo (non quello che avete pensato voi, insomma, non solo).
Gli uomini invece sembrano autorizzati da un’entità superiore, giustificati, tra l’altro dalla loro donna che poi, però, va in giro a lamentarsi allora io dico: tutte queste energie spese a raccontare in giro quanto tutta la casa pesi sulle tue spalle, non potevi investirle nel cercare un compromesso con il tuo uomo? Se non lo fai, non ti aspettare la mia comprensione, io combatto per quello che voglio.
Il risultato? Lei è stanca e nervosa, per questo meno curata (che con gli anni e i figli diventa “trasandata”) e lui cerca altrove quello che è corresponsabile di non avere più a casa.
Ed ecco che i lavori domestici non condivisi diventano facilmente un matrimonio in crisi o fallito a causa: della sindrome da “donna che non deve chiedere mai” di lei e del “se non mi chiede faccio finta di non vedere” di lui.
Karma! … non si sfugge!
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e rieccomiii! vabbene,adesso sappiamo come la pensi,è chiaro che dentro un ménage bisogna lavare i piatti e pulire pavimenti e bagno, e (vediamo se funzionano i link) qualcuno dei due lo dovrà pur fare,hai avuto la fortuna,da allergica ai lavori domestici,di trovare un uomo che ci si mette di buona volontà,stavolta è lui ad essersi adattato,ma al tuo posto non lo direi troppo forte,meglio non far sapere che si è vinto alla lotteria..nè lo darei per scontato: il vento,insegna la vita può sempre cambiare..ma in conclusione ritorniamo alla coppia,questo strano organismo che vive di equilibri,ma è il caso a decidere oppure..ad un assertivo corrisponde una remissiva e viceversa?Io lo ammetto,vorrei trovare la casa in ordine e lei nuda sul divano intenta a massaggiarsi la crema,ma non ci posso costruire la mia visione del mondo, è anche successo,ma il fatto che adesso io sia libero e non coniugato o convivente,la dice lunga su cosa penso della coppia!
Nella mia coppia non c’è un remissivo, non lo sono io e di certo lui meno. E’ solo una persona che che ama essere a posto con se stessa e assolutamente ligio nei suoi doveri. Lo fa per me certo, ma lo fa anche perchè “va fatto”. Lo ammiro molto, io sono laureata in Scienza della dicotomia tra doveri e azioni” :D
A parte il commento sui condizionali, che rivedrò in quanto chiamato direttamente in causa… e temo che se tu hai ragione io ho penosamente torto… ma vedremo se si tratta di licenze poetiche!!! Tiè!!!! ;-)
Temo anche che si sfuggito il carattere metaforico della situazione descritta delineata con funzione retorico-didascalica per fare tremare le ginocchia ai pochi ometti che leggono il blog (oppure, se vuoi girare la frittata, per dare un’arma alle molte lettrici!!! :-) )
Ora vado, modifico le tue noiosissime annotazioni e torno… a mangiare, visto che ho un fuso orario di 6 ore!!! :-)
Però mi ha fatto piacere il tuo commento!!! :-)
lui
Ma sì, ma sì, certo che me n’ero accorta, ma in quanto donna, il solo immaginare la scena e pensare che anche solo un uomo possa pensare una cosa simile in una situazione simile, mi fa diventare pazza.
Non era un’incazzatura ad personam… Non sono del PDL, io :D